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PORTRAIT
Smile please… Sorrida, prego…
No, decisamente, non è questo il mio approccio alle fotografie di ritratti, portrait photos.
Concordo con chi definisce il fotografo come lo psicologo dell’immagine che attraverso la sua macchina fotografica ha il solo obiettivo, ritraendo un uomo o una donna, di riuscire a creare la giusta atmosfera, quella necessaria per fotografare la personalità del soggetto.
I giochi di luce, la capacità di focalizzare l’attenzione sull’espressione del volto, l’aiuto di uno sfondo ad hoc, sicuramente contribuiscono ad ottenere ottimi risultati ma i ritratti fotografici non si limitano a rappresentare una buona performance del fotografo e delle sue capacità di un utilizzo calibrato, di filtri, obiettivi e luci…
Dietro la macchina fotografica, c’è un uomo che nel ruolo di fotografo, ha l’ambizione di raccontare con un’immagine il volto dell’anima di un essere umano.
Saranno proprio le fotografie scattate a dimostrare se sarà riuscito o meno nel suo intento di riuscire a cogliere la migliore espressione rivelatrice di un soggetto umano.
Quello dei ritratti è forse il genere fotografico più praticato insieme alla fotografia paesaggistica. Probabilmente le prime immagini che abbiamo scattato ritraevano proprio una persona cara; la moglie, i figli , i nipoti. Le occasioni per fotografare le persone che ci circondano sono infinite: una festa in famiglia (battesimo, compleanno, Natale, Pasqua), una vacanza, un’uscita domenicale con la i propri cari, un’escursione al mare o in montagna.
La voglia di scattare una fotografia di questo genere nasce pure davanti al sorriso delle persone che amiamo, in presenza dei giochi dei nostri cuccioli e comunque in occasioni gioiose o di svago ed intrattenimento.
Un bel teleobiettivo ci permette pure di realizzare ritratti in occasione di sfilate di moda, concerti, opere teatrali e spettacoli in genere. Tutti momenti che vorremmo immortalare e poi gustarci a casa, magari mostrandoli agli amici.
Non mi sono dedicato in particolare modo alla ritrattistica in studio o sala da posa. Contesto che richiede l’impiego di adeguati impianti di luce, idonei ad illuminare il soggetto con abilità artistica. I miei ritratti sono prevalentemente scatti ripresi durante i miei viaggi e portrait che amo di più sono spesso i clic più recenti: foto street e ritratti facenti parte di reportage su persone e luoghi in giro per il mondo.
Oltre all’obiettivo standard, il 50 mm, Indicatissimi per la ristrattistica sono il cosiddetto mezzo tele, 85 mm, ed il teleobiettivo,. che permette pure di isolare e comprimere i piani.
Molti fotografi, specie lavorando in sala di posa, preferiscono le ottiche fisse. Chi invece come me si muove sul campo, sentendo l’esigenze di una maggiore flessibilità e rapidità nell’attimo dello scatto, preferisce gli obiettivi zoom.
Volendo mirare a fare un ritratto che non sia banale, iniziamo a trovarci davanti ad una sfida il cui successo è non sempre facile da raggiungere. Spesso quello che ci resta tra le mani è una fotografia con poca personalità, uno scatto che non riesce a riportarci alla mente tutte le sensazioni che ci hanno indotto a scattare: quei capelli al vento non sembrano più così radiosi e quel sorriso cosi ammaliante …non avendo noi saputo gestire la luce.
Ci viene a volta da pensare che il massimo possibile risultato lo abbiamo ottenuto, grazie magari a quella classica posa da noi realizzata, con la testa del soggetto piegata in quella particolare inclinazione. Illusione per sfuma quando poi ci capita di vedere le fotografie di qualche grande ritrattista. Le guardiamo e ne restiamo stupiti chiedendoci quali sono i segreti e gli approcci che essi utilizzano per ottenere questi capolavori.